Prendete un fotografo svizzero, nella fattispecie il signor Daniel Boschung. Fatto.
Prendete un braccio meccanico industriale da catena di montaggio. Fatto.
Montate sul braccio meccanico una macchina fotografica. Fatto.
Sedetevi e dite “cheeeeeeeese”. Fatto? Beh, se siete seduti per il “Face Cartography” a questo punto potrebbe venirvi una paresi, perché a quanto pare dovreste restare fermi almeno mezz’oretta.
Giusto il tempo di farvi 600 fotografie. 600 fotografie ad alta risoluzione, che devono poi essere impacchettate e unite per tirar fuori un’unica, gigantesca immagine. Qualcosa come 900 megapixel: il minimo indispensabile per preservare la qualità del vostro bel faccino!
Non ci credete? Guardate qui…
Ogni vostro pelo superfluo sarà lì, in bella mostra!
Non potrete nascondere nessuna ruga, o fingere di essere più giovani di quanto siate!
Siete stempiati? C’è poco da photohosppare!
Ommioddio! Quello è un brufolo!
Ebbene sì: non si scappa alla robotica. Non potete più nascondere nessuna vostra imperfezione. Il vostro viso verrà cartografato, proprio come si fa coi monti e gli avvallamenti. Perché, in tutta onestà, anche la nostra faccia ha molto da raccontare se ben osservata: ogni linea una storia, ogni ruga un’espressione.
E ora ditemi: che ci andate a fare dall’estetista, se un maledetto robot svela tutte le magagne?
E guardate un po’ qui!
Ma se ora usiamo i robot per le nostre migliori raffigurazioni, e considerando la freddezza e l’impietosità nel mettere a nudo i nostri difetti…sarà mica il primo passo per arrivare a Terminator, vero?